Pietro è uno psicologo con una vita ingarbugliata. S’innamora di Anna la spogliarellista, poi di Giulia, infine sposa Elena. Il suo amico Ezio è sempre pronto a confortarlo, ma anche a dirgli con schiettezza come stanno le cose: di Pietro ci sono tante versioni, tutte valide, eppure tutte sbagliate.
Credo che scappare sia la cosa che mi riuscirà sempre meglio. Anche se, come un criceto in gabbia, alla fine poi compio sempre lo stesso giro, su questi binari e questo carillon. Spesso, dei racconti che ci facciamo, sono vere tutte le versioni.
E così è la nostra vita; i nostri sbagli, le nostre sofferenze sono lì a raccontarci che, in fondo, di noi stessi ci sono tante versioni e tutte sono giuste.
Io, dopo tutto, non credo così fermamente che in fondo in quello che facciamo non vi sia alcun senso. Ve ne sono molti, talvolta, e tra loro antitetici e diametralmente opposti. E li capiamo solo quando ci allontaniamo dai fatti, non essendone più parte in causa, mettendo in mezzo chilometri o decenni. Così osserviamo, come da un buco di serratura, due versioni opposte ed esatte della stessa cosa. Entrambe vere e perfette, geniali nel porre Caos e tenere la mente in una continua ebollizione tra i perché.
Una lettura appassionante in cui il lettore, entrando in empatia con il protagonista, non può che crucciarsi e gioire insieme a lui!
Elisa Pulcini nasce a San Benedetto del Tronto, sul mare, nel 1986. Da sempre disordinata, scrittrice di poesie, amante di musica e arte, cresce affascinata dall’universo racchiuso all’interno del grande raccordo anulare. Coltiva questo mito fino al trasferimento nella capitale, dove si laurea in psicologia. Perdutamente innamorata del figlio Oscar Luis, oggi lavora tra San Benedetto del Tronto e Roma. E questa è solo una delle possibili versioni.
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