Pier Claudio Devescovi definisce il suo primo racconto, Lettera al mio maestro Antonio Bemi, come un “piccolo libro”, ma in verità è una perla narrativa di originalità e delicatezza. Immaginando di scrivere una lettera al proprio maestro delle scuole elementari e anche ai suoi genitori, l’autore ripercorre le tappe più importanti del suo sviluppo come essere umano in una società prima sconvolta dalla fine della guerra e successivamente alla ricerca di una sua nuova identità. Le pagine diventano una viva e toccante testimonianza dell’esodo dall’Istria, visto con gli occhi di un bambino, ma anche un modo per dedicare un pensiero sentito ai suoi fratelli e agli amici che ha incontrato in tutti questi anni. Un omaggio alle sue radici e all’intreccio della cultura toscana e di quella istriana che hanno fatto parte e che tuttora abitano i suoi ricordi.
Pier Claudio Devescovi è nato a Lucca nel luglio 1948. I genitori erano arrivati lì da Rovigno due anni prima, quando l’Istria, dopo la fine della guerra, era diventata territorio jugoslavo. Ha frequentato le scuole a Lucca e si è poi laureato in Sociologia all’Università di Trento e in Psicologia all’Università di Padova. Ha lavorato come psicologo dell’età evolutiva a Pistoia, dove tuttora risiede. Ha pubblicato due saggi storici su C.G. Jung: Il giovane Jung e il periodo universitario e Jung e le Sacre Scritture. Clinica e Teologia e un saggio a quattro mani con la moglie Camilla Albini Bravo dal titolo Figli e genitori. Note a margine di un mito amputato. Ha pubblicato, inoltre, vari articoli su riviste italiane e straniere.
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