A Buggerru, nelle miniere Malfidano, le donne parlano e si organizzano sottovoce. Dolore, fame e soprusi aggrediscono il loro cuore di anime semplici, non c’è posto per sognare, non c’è posto per la libertà. La libertà è negata dall’oppressione straniera che, prepotente e accecata dalla bramosia di avere, sfrutta fino al midollo uomini e donne aggrediti dalla povertà e notevolmente immiseriti dalle condizioni lavorative pessime, prive delle minime norme di sicurezza, con i salari più bassi d’Europa e nessuna assistenza sanitaria. Donne come Angela, Nora, Fella, Silvia e la piccola Anna sono sparse in tutto il mondo; silenti e invisibili, lottano per i loro diritti di donne e lavoratrici. A Buggerru ci furono i primi tentativi di strutturare un sindacato a tutela dei minatori. Cavallera e Battelli credono fermamente in una possibilità di miglioramento attraverso una riorganizzazione nazionale del lavoro, ma il governo sordo, la fame e la rabbia spesso remano contro l’attesa di un cambiamento.
Raffale Murru, in Malfidano, racconta un evento emblematico accaduto nel 1904, sfociato in uno sciopero dal tenore nazionale, e uno scorcio di quella quotidianità mineraria, miserabile nelle condizioni lavorative e allo stesso tempo tecnologicamente all’avanguardia per l’epoca. È la storia di quegli uomini e di quelle donne che attraverso la ribellione hanno gettato il seme per la costruzione di un mondo del lavoro diverso.
Raffaele Murru è nato a Cagliari nel 1996 e cresciuto a Iglesias nel sud della Sardegna. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico nel 2015 studia cinematografia a Roma. Ha frequentato diverse accademie cinematografiche e svariati corsi di recitazione, interessandosi, in seguito, anche alla scrittura e più in particolare alla sceneggiatura. Da ciò nascono le idee per i suoi progetti. Nel corso degli anni si è inoltre laureato in Archeologia e Storia dell’Arte all’Università degli studi di Roma Tre. Le sue storie traggono ispirazione dalla sua amata isola, che ha imparato ad apprezzare standone lontano e studiandola sotto il profilo culturale, storico-archeologico e linguistico. È uno sportivo e tifoso del Cagliari Calcio.
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Francesco Fodde –
Malfidano. Bello! Mi è piaciuto, e’ stato come vedere un film. Coinvolgente il dialogo in lingua, identitario per noi sardi minerari dell’Iglesiente. L’evento storico, così come riportato dalle cronache, in tal modo si è arricchito di un contesto vissuto che rischia di perdersi nel tempo. Ottimo lavoro, da riconoscere e premiare.