La silloge di Sara Sgrò, pur avendo per tema emozioni “fredde” quali quelle derivate da un addio, riesce a trasmettere un intenso calore. Un calore che letteralmente brucia, almeno in un duplice senso metaforico: brucia nell’anima dell’autrice e continua a farle male, e brucia poi nel senso di ardere, di non volersi spegnere, di non esaurirsi, di voler restare indelebile.
Sara Sgrò è nata il 10 settembre 1998 a Reggio di Calabria, dove ha trascorso l‘infanzia e l’adolescenza. Dopo aver conseguito la maturità in studi classici si è trasferita a Roma, dove frequenta la facoltà di Sociologia presso l’Università degli studi ‘’La Sapienza’’. Ha coltivato, fin da giovanissima, la passione per la scrittura, per la musica e per il teatro.
CONCETTA MARTINO –
Bellissimo letto tutto di un fiato. Complimenti alla scrittrice. Fatemi sapere quando uscirà il prossimo!
DIANA VLADISLAVIVNA RICCI NEZBRITSKA –
Il libro è una raccolta di poesie che esplora temi come l’amore, il desiderio, la perdita. Un piccolo gioiello che lascia il segno e invita a contemplare la bellezza delle parole e delle emozioni che esse possono esprimere. Le esperienze personali dell’autrice (in cui tutti, però, si possono identificare) sono descritte con immagini molto evocative, che ci fanno apprezzare anche la bellezza dei momenti di sofferenza che tutti sperimentiamo nella vita.