Il 1990 ha rappresentato per l’Albania l’anno della fine della repressione comunista e l’esodo della popolazione albanese, la quale, estremamente impoverita e depredata di ogni risorsa, si è riversata dalle campagne alle città nella speranza di ottenere condizioni di vita migliori.
Molti sono giunti in Europa, portando nel cuore il ricordo del loro Paese e le atrocità subite in un clima di oppressione e di terrore. Lufta Agim, riferendosi a quei momenti, ci ha raccontato delle storie bellissime, intrise di saggezza popolare e semplicità. Recano il fascino di un mondo lontano, in cui gli uomini, strettamente connessi ai ritmi della natura, vivono la loro esistenza nella piena consapevolezza dell’ineluttabilità di ogni cosa, e sono rassegnati all’oscurantismo in cui versa il loro Paese.
La raccolta dei brani qui proposti è molto avvincente e certamente nel lettore insinuerà una certa curiosità. La narrazione presenta un ritmo vivace e rapido, caratterizzato dalle giuste pause e battute che si inseriscono in tutto il corpo narrativo.
Agim Lufta nasce a Elbasan, in Albania, nel 1945. Si diploma presso diverse sezioni delle scuole superiori e dopo svariati ruoli e incarichi nei campi afferenti, si dedica con passione alla scrittura. Pubblica alcuni articoli su giornali locali ed altri più importanti. Pratica la scrittura sin dalla gioventù, ma nonostante la copiosa produzione in prosa e poesia non riesce a dedicarsi a tempo pieno all’attività, dovendo far fronte alle difficoltà economiche e sociali del periodo. In età matura raccoglie i propri scritti mettendo insieme, tra le prime, la raccolta che qui è presentata.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.