Il protagonista vive una vita mediocre fatta di studio per l’abilitazione all’avvocatura, di un lavoro poco gratificante come tirocinante, di rapporti sociali e affettivi pressoché inesistenti e freddi con la famiglia, soprattutto con la sorella Giulia, invalida in carrozzina, considerata da sempre come una rivale, e che, secondo lui, lo aveva privato delle attenzioni e dell’affetto dei suoi genitori. Penalizzato sia sentimentalmente che professionalmente, è stanco di una giustizia cieca che premia i mediocri e penalizza quelli con una morale pura.
Ma un fatto inaspettato romperà questa ordinaria e inetta routine. Un segreto che rimarrà tale e che porterà il “Buono” a un riscatto sociale, a una rivalutazione di sé stesso e a un recupero del rapporto con la sorella.
“Mi ero reso conto di essere sopravvissuto fino a quel momento, senza mai ascoltarmi, con la paura di perdere o addirittura la paura di vincere, rinunciare ancor prima di provarci, non credere in me stesso. Quella ragazza mi aveva liberato, liberato dalle catene che mi erano state imposte e liberato dall’inedia; le ero grato, ero grato a quell’incidente e mi rammaricavo che avessi imparato la lezione a spese di una vita umana, per quanto insignificante potesse essere.”
Uno sfogo, un memoriale per raccontare il suo abietto segreto.
Luigi Aremani è laureato in Filologia Classica e Moderna presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Da sei anni è docente di italiano e storia negli istituti secondari di primo e secondo grado nella provincia di Pisa. Oltre a una breve parentesi come docente di latino, ha prestato servizio nella sede carceraria di Volterra, esperienza che ha contribuito alla stesura del libro, poiché gli ha permesso di entrare in contatto con vicende umane che esulano dai normali canoni sociali.
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