Nel 2040, in un mondo che non è riuscito a fronteggiare efficacemente la grande pandemia di vent’anni prima, la gente vive in comunità ristrette per mantenere ridotti all’essenziale i contatti umani e non contrarre infezioni mortali. Tutto ciò ha significato aver detto addio alle abitudini che le generazioni più adulte hanno mantenuto a lungo ma che quelle più giovani non hanno nemmeno fatto in tempo a sperimentare: per la giovane Beatrice, ormai prossima al compimento della maggiore età, balli di fine anno, gite scolastiche e nuove amicizie ogni anno sono esperienze di cui ha solo sentito parlare dai racconti della madre e che, nell’ambiente limitato del piccolo villaggio in cui vive, dubita potranno mai toccarle in sorte. Finché un giorno, inaspettatamente, una famiglia si presenta chiedendo asilo e un posto sicuro dove vivere, suscitando ansia e preoccupazione ma allo stesso tempo desiderio di altruismo: quale dei due aspetti finirà per prevalere?
Silvia Montagner nasce a Milano nel 1979, secondogenita di una classica famiglia media. Diventata madre a soli 22 anni, ha cresciuto suo figlio da sola, decidendo di lasciare la città in cui viveva in favore di un piccolo borgo sul lago Maggiore. Con l’aiuto di famiglia e amici ha passato gli ultimi vent’anni a costruire la sua vita, lavorando per garantire un futuro sicuro per sé e suo figlio. Appassionata di lettura e cinema, ora che è sposata e si gode la sua vita tranquilla, ha trovato il tempo e la serenità sufficienti per mettere nero su bianco quello che la sua fantasia le suggeriva da anni.
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