Nella seconda raccolta poetica di Guido Olivieri viene scandito il senso mutevole del tempo tra gli elementi naturali che più esprimono il suo poetare. Un flusso di energia giunge al lettore attraverso il vento e il mare e l’aria solcata dai gabbiani e finanche all’albatro, che muovono un senso di finitezza e infinito al contempo. La nuova silloge è permeata di sensualità e di cosmica armonia, pur connettendosi con il dolore del mondo, ma oltrepassandolo nella percezione del senso di unità cosmologica e di luce che penetra ogni dimensione spirituale laica e dogmatica.
Guido Olivieri nasce a Grotteria, un piccolo borgo montano situato sulla Costa Jonica calabrese, il giorno della rivolta di Ungheria il 26 ottobre 1956.
In tenera età si trasferisce con la famiglia a Varese sull’onda del grande esodo degli anni cinquanta, in cerca di fortuna.
La vita del giovane è alle prese con le avversità dell’integrazione fra etnie e culture diverse, quella meridionale e quella settentrionale. Il razzismo permeerà il carattere e la sensibilità dell’adolescente incidendo sulle sue inclinazioni speculative e sulla percezione del “dolore del mondo”. Inizierà a scrivere ancora adolescente, poesie, pensieri, testi della cosiddetta “canzone d’autore” in auge tra gli anni ’70 e ’80.
La sua indomabile curiosità verso i grandi temi esistenziali, il bisogno di dare un senso compiuto alla propria vita, lo avvicinarono, appena ventenne, prima al marxismo scientifico e alla lotta di classe, poi al buddismo senza che venisse messo in discussione il principio cardine dell’azione: portare a riduzione il dolore del mondo sino alla sua estinzione.
Questi mondi rutilanti di ideali e di sentimenti concorreranno alla sua ricca produzione letteraria ed artistica.
Escursioni nel giornalismo (si iscriverà all’Ordine dei giornalisti nel 1989 dopo un triennio di collaborazione al quotidiano La Prealpina di Varese) e nel teatro (con un triennio di formazione drammaturgia all’Acting Studio di Milano diretto da Arardo Spreti) saranno esperienze altrettanto propedeutiche alla sua crescita letteraria e umana.
La sua inclinazione per la ricerca filosofica e spirituale, lo avvicinarono marcatamente alla spiritualità orientale dalla quale trarrà ispirazione e orientamento.
La sua produzione, nei decenni centrali della vita, vedrà la realizzazione di un discreto repertorio di canzoni d’autore. Una prima raccolta di poesie Essere fiume uscirà nel 1994. Del ’96 è una sceneggiatura per il cinema Lemming. Un primo romanzo in stile New age, Il vetro del tempo verrà completato nello scorcio finale del Secolo scorso.
Il corso di studi per Guaritore Spirituale che frequenta a Damanhur (Comunità spirituale fra le più significative al mondo che opera in Valchiusella) tra il 2018 e il 2022, accentuerà la sua inclinazione speculativa verso i perché esistenzialisti.
La poesia è il punto di convergenza e di approdo dei numerosi “affluenti” che le differenti esperienze e discipline hanno concorso a creare.
Guido Olivieri si è posto sempre e continua a porsi la domanda più difficile cercando nel suo cammino di ricerca una possibile risposta: “Che cosa è possibile fare affinché il mondo possa dirsi mutato in senso evolutivo?”.
Un progetto di metà-politica (Albatros: una nuova visione) sta prendendo piede quasi a voler rappresentare, mediante uno sforzo applicato al conseguimento di mutamenti sostanziali della realtà, che qualsiasi realizzazione perché avvenga deve tener conto di un principio fondamentale, ben espresso nella frase simbolo della sua intera vita: “Se non credi nell’impossibile non incontrerai mai la verità”.
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