Alice si era sempre considerata una “precaria”; questa per lei non era solo una condizione lavorativa – per diverso tempo la sua professione l’aveva costretta a girare in lungo e in largo la Penisola – ma in breve aveva investito tutti gli ambiti della sua vita: il paese in cui risiedeva, i negozi che frequentava, perfino la sua stessa abitazione aveva perso l’ambizione a diventare “casa” e si era ridotta a una “tana” sempre più piccola e provvisoria, ma non per questo meno accogliente. Naturale che anche le relazioni umane risentissero di questa precarietà e che la donna avesse scelto infine di spostare gran parte dei propri rapporti sociali dalla vita reale a un luogo virtuale. Smart moon bridge era il Social Network perfetto per le sue esigenze, un ponte virtuale che poteva collegarla con parenti e amici di vecchia data, ma che le consentiva anche di conoscere persone nuove. Ed è proprio in questo “spazio etereo” che Alice incontra Ivan, anche lui “una nota stonata” all’interno di un sistema che tende ad apporre etichette sulle persone, anziché valorizzarne l’unicità…
Una favola 2.0 racconta una fiaba dei tempi moderni, dove principesse e cavalieri, smessi gli abiti pomposi e le scintillanti armature, hanno il coraggio di mostrarsi in tutte le proprie fragilità e, nonostante le difficoltà e le cicatrici che inevitabilmente si portano dentro, conservano la voglia e la speranza di incontrarsi ancora.
Annamaria Tedeschi, amante della Scienza, si laurea a 25 anni in Scienze Chimiche all’Università “Federico II” di Napoli. Dottore in Scienze Chimiche, oggi svolge il lavoro di insegnante. Si è occupata, durante il periodo di insegnamento a Roma, di progetti di “Teatro&Scienza” e “Teatro e Comunicazione”. Negli ultimi anni ha vissuto esperienze personali in cui si è riscontrata nel mondo delle diversità, che l’hanno condotta nella scrittura di due favole didattiche: La sciarpa di Canapa e Lo specchio magico di Maria. L’amore per la Scienza e la continua ricerca di nuovi metodi didattici per le materie scientifiche l’hanno guidata nella scrittura del libro Un ologramma di nome Galilei.
Maria Coga nasce a Parma nel 2007 e già da bambina mostra una forte inclinazione per la pittura. Nonostante la giovane età, partecipa a diversi eventi attraverso i quali inizia, da autodidatta, il proprio percorso nelle tecniche pittoriche. Oltre alla passione per l’arte, nutre un grande amore per il mondo animale – in particolare per i cavalli, con cui sente una profonda sintonia – che ha già riportato nelle sue prime opere artistiche.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.