Basta leggere uno qualsiasi dei componimenti di Giuseppe Barin per capire subito che si ha a che fare con una poesia matura, raffinata, colta, in cui ciascun verso e ciascuna parola non vengono proposti in maniera casuale o impulsiva, ma tutto passa attraverso l’attento lavorio del poeta. Barin predilige forme espressive libere, prive di metriche e rime, ma ciò non gli impedisce di dar vita a versi fortemente armonici, melodiosi, che con un ritmo costante e mai “invadente” si muovono con delicatezza tra le pagine di questa raccolta avvolgendo il lettore in una sorta di abbraccio caloroso. Quella di Barin è una poesia, per così dire, “invitante”, accogliente, nobilmente umile, che, lungi dal respingere il lettore, lo mette immediatamente a suo agio. È come se il poeta, con queste liriche, aprisse le porte del suo mondo facendoci accomodare e sentire come fossimo a casa nostra, dando origine a un grande processo di condivisione.
Giuseppe Barin è nato a Noale, in provincia di Venezia. Si è laureato in giurisprudenza a Padova. Ha esercitato la professione di dirigente d’azienda. È sposato, ha tre figlie e sei nipoti. Le sue poesie hanno ottenuto primi premi e altri importanti riconoscimenti in vari concorsi letterari. Tra i suoi libri, Le brume del cuore (2016) e Il dolce canto degli anni (2020).
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