La silloge poetica di Danila Giancipoli sfrutta l’arte del racconto per descrivere frammenti di avvenimenti, e spaccati nostalgici. È nero su bianco evidenziando la quotidianità in uno splendido lirismo prosimetrico. La poetessa in un linguaggio un po’ ribelle e libero come il rock o il jazz, concetto a cui si potrebbe unire la veracità contemporanea mescolata alla lingua inglese, mostra gli strati della sua anima e delle sue radici come origini affettive. Scava alla ricerca di un luogo sacro da chiamare casa e da cui trarre una felicità primordiale: casa è una strada, un sogno, qualcuno da amare. I suoi testi sembrano quasi delle canzoni di immediata comprensione e profondità emotiva.
Danila Giancipoli è un’autrice romana specializzata in cinema e arte contemporanea. Scrive per il blog de Il Sole 24 Ore Alley Oop occupandosi di cultura, questioni di genere e femminismo. Nel 2022 è vincitrice del premio Una Cartolina da Matera, arriva finalista nella sezione racconti del concorso Tre Colori e al Premio Zeno con la poesia che dà titolo alla silloge Tutti i posti che ho chiamato casa. La raccolta racchiude una commistione di prosa e poesia dove fluisce una fascinazione pasoliniana per il sacro, unita a una concretezza d’animo ispirata dal realismo della poesia americana contemporanea.
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