Giugno 1941. I nazisti stanno brillantemente vincendo una battaglia dietro l’altra, l’esercito di Hitler sembra invincibile. Anche nell’immensa Unione Sovietica l’effetto sorpresa dell’invasione è un duro colpo per l’Armata Rossa chiamata a riorganizzarsi in breve tempo, senza un coordinamento efficace dall’alto. Lo scontro lungo e sanguinoso di Stalingrado rappresenterà nei due anni successivi la punta dell’iceberg di un conflitto a tutto campo, costato milioni di vittime tra soldati e popolazione civile, ridotta alla fame.
L’epopea di quella battaglia esercita ancora oggi un grande fascino, eppure molte delle ricostruzioni storiche sono risultate deficitarie, ambigue, ricche di omissioni e di giudizi di parte. In questo volume Adriano Ferranti pone una domanda cruciale: è possibile poter affermare che il peso specifico della guerra in Europa, la natura dello scontro, l’ampiezza e la complessità delle battaglie combattute, siano stati molto più decisivi e rilevanti per l’esito finale ad est anziché ad ovest?
L’amara vittoria è un saggio storico che si legge come un romanzo, visto che sono gli stessi protagonisti a raccontare da prospettive diverse ciò che davvero accadde in quei giorni che segnarono il destino dell’Europa e del mondo intero. Un volume prezioso che aiuta anche a ragionare meglio su eventi recenti e sconvolgenti per tutti come la guerra in Ucraina.
Adriano Ferranti è nato ad Ancona nel 1966. Residente a Numana, lavora nel settore della viticoltura.
L’amara vittoria è la sua prima pubblicazione.
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