Quale funzione ha avuto il PCI, il più grande partito comunista occidentale, in Sicilia?
Il premio Oscar Giuseppe Tornatore, con piglio giornalistico e profondità d’analisi, ricostruisce magistralmente gli anni del secondo dopoguerra, quando la presenza del PCI nell’isola divenne più forte e capillare. Dando la voce a dirigenti del PCI, sindacalisti e intellettuali ‒ da Francesco Renda a Giuseppe Speciale, da Luigi Lumia a Lucia Mezzasalma ‒ emerge un quadro di un’isola spaccata, dove alle lotte contadine per l’autonomia, alla battaglia contro la mafia, si sommano le strategie politiche di un Partito per certi aspetti chiuso e poco incline a concedere ampi margini di libertà alle sezioni locali. Inoltre la grande utopia del secolo, come spesso viene ribattezzata, è stata ostaggio del potere della Russia comunista, che fino in Sicilia ha guidato scelte e comportamenti spesso in contraddizione con le aspettative del popolo.
All’èpica racconta la storia di un’isola che non c’è più ma che ha creduto e combattuto a lungo ‒ pagando anche un prezzo molto alto, come nella strage del 1947 di Portella della Ginestra ‒, fornendo all’Italia grandi esempi di virtù e coraggio, anche laddove la mafia dominava e colpiva duramente.
All’èpica è un libro singolare, di difficile definizione: fin dalla sua genesi non vuole ambire allo status letterario, ma essere materiale di lavoro utile all’Autore come fonte di ispirazione per un film. Nascono così queste conversazioni con politici, sindacalisti, intellettuali e lavoratori siciliani, fautori e testimoni della vita politica del secondo dopoguerra e in particolare delle sorti del PCI. Il momento storico in cui questo materiale viene raccolto è tra i più significativi: siamo infatti nei primissimi anni ’90, all’indomani della svolta della Bolognina e in piena Tangentopoli, quando la parola “politica” in Italia inizia ad assumere quel significato deteriore che oggi ci è così familiare. Proprio in questo frangente così delicato e foriero di futuri sviluppi, l’Autore decide di richiamare alla mente, attraverso le parole dei suoi protagonisti, un’epoca in cui fare politica significava dare il proprio contributo – in termini di tempo, impegno, soldi, dedizione – per cambiare in meglio la propria realtà e quella delle future generazioni. Come un seme piantato in un terreno non ancora del tutto brullo, queste testimonianze vedono oggi di nuovo la luce e chissà che non germoglino generando nuovi utili frutti.
Giuseppe Tornatore (Bagheria, 27 maggio 1956) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, noto anche per il suo impegno civile, oltre che per celebri pellicole che hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico in Italia e all’estero. Tra i numerosi premi un Golden Globe, un Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989, due premi BAFTA e dieci David di Donatello, in particolare per La leggenda del pianista sull’oceano e La migliore offerta. Oscar come miglior film in lingua straniera a Nuovo Cinema Paradiso.
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