La quarantena è stata un’esperienza nuova per tutti e di tutti ha cambiato la vita.
Gabriella Romolini parla con la madre Maria o al telefono o vis-à-vis ripercorrendo insieme la loro storia che, come sempre accade, si intreccia con quella collettiva. Gabriella ha, infatti, coinvolto in questo dialogo amici e parenti, che con i loro racconti hanno arricchito e reso più lievi le loro giornate. E così scopriamo come si faceva il vino, il bucato con la cenere, qualche ricetta di cucina dimenticata in un cassetto, e assistiamo rapiti all’incursione sulla terra di un’astronave con due extraterrestri a bordo!
Piccoli racconti per tenerci compagnia una serata davanti a un fuoco, vero o immaginario che sia.
Gabriella Romolini è nata a Fiesole il 27 febbraio 1954 dove vive con la sua famiglia. È sposata con Giovanni, ha due figlie Giulia ed Alessandra e due nipoti Gaia ed Aida. Ha sempre avuto la passione per la scrittura, ma questa è la prima volta che ha sentito il desiderio di pubblicare qualcosa. Questo libro è nato per caso e inizialmente solo con l’intento di tenere compagnia, in questo tempo così particolare della nostra vita, alla madre ultranovantenne divenuta poi, a pieno titolo, coautrice dell’opera.
INTERVISTE E RECENSIONI
Recensione di Alessandra Galdiero pubblicato su ComunicatiStampa.net
Recensione e intervista all’autrice di Concetta Padula (anche sul sito: recensionelibro.it)
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Sotto la neve pane
– Una lunga chiacchierata”, cosa diresti?
Non riesco in questo momento a trovare il senso specifico del libro, direi più semplicemente che ha preso il sopravvento la voglia di raccontare.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro così personale?
L’ispirazione nasce dalla vista di una piccola agenda regalatami da un amico tanti anni fa, le cui pagine nel tempo erano rimaste vuote.
3. Hai scritto di getto, come un flusso di coscienza raccogliendo le idee e i
ricordi d’istinto o ragionando a fondo?
Quasi nella totalità dei raccontini ho scritto di getto, come davvero un flusso di coscienza, solo in rari casi ho ragionato un po’ su quello che stavo scrivendo.
4. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole?
Francamente non riesco a realizzare cosa potranno comprendere, ognuno prenderà quello che più gli aggrada!
Quale segno vorresti lasciare in loro?
La voglia di riflettere.
5. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo
la pubblicazione?
Tutte le altre storie che amici o semplici sconosciuti mi hanno raccontato successivamente.
6. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Sotto la neve pane – Una lunga
chiacchierata”, quali useresti?
Discreto, allegro, originale.
7. Quali sono state le reazioni da parte dei parenti quando hanno saputo di
questo libro?
Quasi nella totalità di sincera approvazione, ma si sa che il giudizio dei parenti è spesso in perfetta buona fede di parte.
8. Perché credi si debba leggere la tua storia?
Perché mentre prendeva forma, spesso sorridevo, in certe altre righe mi emozionavo, e vorrei davvero che la mia storia possa suscitare nel lettore le stesse emozioni.
9. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Mi piacerebbe molto ma devo trovare la giusta concentrazione ed ispirazione, ho pensato questa volta di scrivere un libro di cucina; volevo però far seguire ad ogni ricetta, un racconto legato al cibo. Anzi mi prendo qui la licenza di chiedere ai miei futuri lettori di raccontarmi qualcosa da buttare giù insieme.
Il titolo potrebbe essere: “Gabriello la cucinaia”.
10. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in
quest’ultimo anno?
Due vite di Emanuele Trevi
11. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Francamente non me ne viene in mente nessuno, ho sempre comprato un’infinità di libri, anche usati, letti un numero minore, spesso per la mia difficoltà di comprenderne pienamente il testo.
12. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti
ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Se mi fossi dedicata da prima alla scrittura che ho riscoperto solo adesso, come sarebbe stata la mia vita?
Le due scrittrici Gabriella Romolini e Maria Giorgini hanno deciso di scrivere un libro assieme, dal titolo “Sotto la neve pane – Una lunga chiacchierata.”
La figlia, Gabriella, durante il periodo di quarantena, ha coinvolto la madre, Maria, in questo gioco basato sul ricordo e sul racconto.
Lo hanno fatto con eleganza e semplicità, narrando ogni storia come se fosse appunto una lunga chiacchierata che coinvolge anche i membri della loro famiglia.
Le due lasciano affiorare un mare di ricordi familiari, di aneddoti particolari e curiosi sulla vita domestica e sugli usi, costumi e tradizioni dei propri cari.
In passato, tutto era vissuto in modo diverso. E loro ce lo raccontano molto bene, in maniera coinvolgente e intensa.
Lo scorrere del tempo e il ritmo domestico era scandito dai grandi lavori fatti in campagna.
C’era da uccidere i maiali, occuparsi della vendemmia, delle varie raccolte, e poi bisognava preparare le conserve, le marmellate ecc…
La vita assumeva un altro sapore, legato alla fatica, all’impegno, alla determinazione. La genuinità del cibo, la sincerità e la schiettezza dei rapporti interpersonali che sono narrati in questo libro mettono in risalto la speranza e le aspettative verso un futuro migliore.
Ciò che leggiamo nel libro “Sotto la neve pane – Una lunga chiacchierata” è un dialogo infinito e senza tempo. Un dialogo che le scrittrici hanno con le proprie madri, zie, nonne e cugine, con cui si confrontano sulle emozioni, sulle sensazioni di un nuovo incontro, un arrivo, una partenza…
Commento al libro
. È quasi un incanto riuscire a raccontare stralci di vita quotidiana del passato della propria famiglia facendogli assumere i connotati, il fascino e la magia del nuovo, del misterioso.
Anche l’evento più comune e insignificante in questa storia di Gabriella Romolini viene innalzato a qualcosa di inatteso. Qualcosa di spettacolare, di gioioso che stringe e ravviva il cuore. Queste pagine sono un dono di profonde emozioni che trascinano il lettore sino alle radici delle tradizioni imperlate di attesa e appagamento emotivo oltre che esperenziale.
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